domenica 25 aprile 2010

Argilla?

Oggi me ne stavo beatamente seduto al Luxembourg, a godermi il sole parigino, insolitamente caldo, come un ramarro infreddolito. Ero con Carlo, e come sempre si discuteva dei massimi sistemi e di altri temi di altissimo spessore. Potrebbero prenderci per due intellettuali postesistenzialisti, dicevo tra me. Ma non tutti ci vedevano in quel modo...
Infatti, si avvicina una graziosa donzella, bionda, vistosi occhiali da sole. Il dialogo suona più o meno così:
donzella: Buongiorno, posso disturbarvi un istante?
Marco: Certo.
d: Voi due siete... ehm... ?
M: ...?
d: ...
M: ...
d: siete... amici?
M: ...si, siamo amici...
d: ok, se non vi dispiace, vorrei farvi qualche domanda, un breve sondaggio, sull'argilla e sui prodotti di bellezza e di cura del corpo a base di argilla.
E via al breve sondaggio sull'argilla, del tutto inoffensivo, lui. Però, voglio dire, c'è da riflettere sul fatto che la gentil donzella abbia scelto me e Carlo, scambiandoci per una coppia gay.

mercoledì 14 aprile 2010

Baggio e un violino

Brescia non è una città turistica. Questo fa sì che Brescia non sia una città conosciuta all'estero. Chi l'Italia non la conosce bene, o non vi ha mai messo piede, non conosce Brescia. Niente Beretta, acciai e industrie varie. C'è una sola ragione per cui qualcuno conosce Brescia fuori dai confini, magari anche al di là dell'oceano, ragione con un numero dieci e un codino: Roberto Baggio. Brescia è la squadra di Baggio, e chi segue il calcio italiano lo sa. Per il resto, vuoto.
E quale non è allora il mio stupore nell'incontrare, sabato sera, un conoscitore della città per altro motivo. Mi sono infatti imbattuto in un appassionato di violini, direi anzi un geek del violino, che ti potrebbe intrattenere con le storie di archetti e corde per ore e ore. E ho scoperto che Brescia è stata la grande rivale di Cremona nella fabbricazione di violini. Ah sì? Sì, non solo Stradivari dunque, ma anche Gaspare da Salò e altri liutai di cui già dimentico il nome. E lì l'esperto si lancia in un elogio del suo strumento, realizzato da un tale Fasser da Brescia appositamente per lui, e che suona meravigliosamente, evviva evviva. Splendori e fasti della Brescia a corde.

venerdì 2 aprile 2010

Acquari

Ieri ero in metrò. Come sempre, del resto. Ad un tratto, nelle curve tra Pont Neuf e Palays Royal, tutto si ferma, il convoglio si immobilizza, silenzioso, le luci si spengono e restano solo quelle di emergenza. Tutto diventa quasi più calmo. Accanto, anche il treno in direzione opposta è fermo, posso osservare i viaggiatori nel vagone. Improvvisamente, mi sembra di trovarmi in un acquario: voglio dire, non sono claustrofobico, non ho ansia né paura; solo, guardando attraverso i vetri, vedo le persone gesticolare, le bocche muoversi, ma i suoni non arrivano. E' come se potessi sbirciare la vita nascosta dell'altro metrò. E loro la nostra. Siamo pesci in due acquari per caso vicini. Siamo due bambini i cui passeggini si trovano di fronte, gli sguardi si incrociano, e forse anche i pensieri, ma non possono parlarsi; e poi un passeggino è spinto di qua, e l'altro di là. E infatti l'elettricità ritorna, il metrò riparte, e via.