mercoledì 14 aprile 2010

Baggio e un violino

Brescia non è una città turistica. Questo fa sì che Brescia non sia una città conosciuta all'estero. Chi l'Italia non la conosce bene, o non vi ha mai messo piede, non conosce Brescia. Niente Beretta, acciai e industrie varie. C'è una sola ragione per cui qualcuno conosce Brescia fuori dai confini, magari anche al di là dell'oceano, ragione con un numero dieci e un codino: Roberto Baggio. Brescia è la squadra di Baggio, e chi segue il calcio italiano lo sa. Per il resto, vuoto.
E quale non è allora il mio stupore nell'incontrare, sabato sera, un conoscitore della città per altro motivo. Mi sono infatti imbattuto in un appassionato di violini, direi anzi un geek del violino, che ti potrebbe intrattenere con le storie di archetti e corde per ore e ore. E ho scoperto che Brescia è stata la grande rivale di Cremona nella fabbricazione di violini. Ah sì? Sì, non solo Stradivari dunque, ma anche Gaspare da Salò e altri liutai di cui già dimentico il nome. E lì l'esperto si lancia in un elogio del suo strumento, realizzato da un tale Fasser da Brescia appositamente per lui, e che suona meravigliosamente, evviva evviva. Splendori e fasti della Brescia a corde.

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