mercoledì 5 maggio 2010

una mezza Leffe

Sono quasi le cinque quando io e Eric decidiamo che è ok, abbiamo capito tutto e ci sentiamo pronti per gestire i TP di vibrazioni. Tralascio su cosa siano i TP di vibrazioni, limitandomi a dire che Eric è ben contento di farli, e che io, col senso pratico di un bradipo monco, vorrei piuttosto rotolarmi nel filo spinato. Ma questo non conta, abbiamo finito e Eric si offre di riaccompagnarmi in macchina a Parigi. Accetto volentieri pensando ingenuamente di guadagnare tempo; il solito traffico memorabile fa sì che ci mettiamo un'ora per arrivare a casa sua, e a me tocca ancore un tragitto un metrò. Decido allora in un trambusto di programmazione di non rientrare a casa - non c'è tempo - ma di aspettare direttamente fuori per l'appuntamento delle sette.
E allora faccio la cosa più parigina del mondo, attività per me rara ma che mi riempie ogni volta di soddisfazione, come un linguaggio segreto tra me e la città: mi siedo in bar, ordino un mezza Leffe e leggo, scrivo, metto a posto appunti della giornata. Banale, no? Certamente, ma anche impercettibilmente tranquillo. Il tempo vola, la stanchezza della giornata per un po' si scosta anche lei, si arrende alla birra che mi assopisce sì, ma gentilmente.

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